Archivio per mese: Agosto, 2020

LO STAKEHOLDER ENGAGEMENT COME CONDIVISIONE DI CONOSCENZA

A inizio 2020 siamo stati ospiti dell’azienda Solarplay di Monza, sostenitrice dei nostri progetti già da alcuni anni, protagonisti di una giornata che l’azienda ha organizzato per fare conoscere la nostra organizzazione e le nostre attività, nonché i progetti che condividiamo in Senegal, ai dipendenti e collaboratori interni.

Non abbiamo lasciato nulla al caso, pianificando la mattinata nei minimi dettagli: la prima parte “teorica”, con i nostri racconti dall’Africa e la visione dei video riguardanti i progetti di Corporate Social Responsability sostenuti dall’azienda, la seconda parte invece pratica, con un workshop da noi guidato dove gli stakeholder aziendali avrebbero realizzato una lampada solare con le loro stesse mani.

“Non avevamo previsto però l’interesse così profondo e genuino generato nei nostri interlocutori, che ci hanno tempestato di domande ed osservazioni entusiasti dei progetti che la loro stessa azienda sosteneva.”

Ci siamo trovati a raccontare di quella volta che siamo rimasti bloccati per ore sotto ad un baobab perché il project manager locale si era scordato di venirci a prendere alla conclusione di un workshop, come delle strategie che ogni volta ci inventiamo per fissare i pannelli solari ai tetti delle case.

Abbiamo raccontato che alla base di ogni streetlight è necessario prevedere anche un modo per evitare che le capre e svariati altri animali ne abbattano il palo a testate e abbiamo risposto a tutte le domande e curiosità che ci sono state fatte.

“Nella condivisione di conoscenza la scommessa è sempre avvicinare due mondi che fino a quel momento non si conoscevano. Nelle aree rurali africane come in azienda.”

Alla fine di questa esperienza abbiamo capito che lo stakeholder engagement è uno strumento potentissimo di condivisione di conoscenza di cui le aziende dispongono per lavorare sulla cultura aziendale dei propri stakeholder, rendendola sempre più orientata all’idea di sostenibilità che vogliono trasmettere.

LITER OF LIGHT @ POLITO DESIGN WEEK

Quando abbiamo iniziato, a fine 2018, ad entrare con i nostri progetti nelle aule universitarie, lo abbiamo fatto con il Politecnico di Torino, in occasione del PoliTo Design Workshop, settimana accademica nella quale gli studenti dei differenti corsi possono scegliere di partecipare a workshop tematici di loro interesse.

Nel laboratorio da noi guidato, abbiamo parlato dei vari impatti che i nostri progetti possono generare localmente e di come una visione sistemica sia essenziale per lavorare nella cooperazione allo sviluppo. Abbiamo condiviso con gli studenti i nostri progetti e i nostri processi lavorativi ed abbiamo ricevuto in cambio molto interesse e motivazione ad approfondire e soprattutto a passare dalla teoria alla pratica.

“Ai ragazzi lanciammo una sfida: come comunicare un social business in una zona rurale africana?”

Da lì a poco saremmo infatti andati in Senegal per concludere un progetto con l’azienda Solarplay, che avrebbe anche finanziato un viaggio internazionale per il gruppo di studenti che meglio avessero raggiunto l’obiettivo da noi proposto.

I ragazzi si sono messi subito al lavoro e, a conclusione della settimana, la sfida è stata vinta dal gruppo composto da Simone, Luca e Andrea che sarebbero di lì a poco partiti per un’avventura del tutto nuova.

“Il bello di lavorare con giovani ragazzi e ragazze in un luogo stimolante come l’Università è stato ancora una volta mettere in comunicazione più mondi.”

Condividere il nostro lavoro è stata l’occasione per stimolare e farci stimolare a nostra volta, mettendo al centro i nostri progetti e arrivando grazie ad essi nelle aree più rurali e remote del mondo, a partire da un’aula universitaria del Politecnico di Torino.

ADI DESIGN INDEX – 2017

Dal 1956, l’ADI (Associazione del Disegno Industriale) riunisce progettisti, imprese, giornalisti, critici, ricercatori e insegnanti attorno ai temi del design: progetto, consumo, riciclo, formazione.

Due anni dopo la stessa ADI istituisce il premio “Compasso D’Oro”, primo riconoscimento in Europa al settore del Design. Da lì in avanti, il premio acquisisce prestigio sempre crescente fino ad arrivare al giorno d’oggi, dove rappresenta una vera e propria istituzione per il riconoscimento del talento e creatività applicati.

L’edizione 2017 del premio ha visto la candidatura di quasi 800 progetti, ma di essi solo 204 sono stati selezionati dall’Osservatorio permanente del Design di ADI. Fra le proposte ammesse al premio, la soluzione proposta da Liter Of Light Italia è stata inserita nella categoria “Design per il sociale”.

“Grazie alla collaborazione con l’Architetto Simone Gori, la struttura semplice, riciclabile e replicabile delle lampade solari di Liter Of Light è riuscita a ridurre all’essenziale uno strumento che, in alcune zone del mondo, da inaccessibile diviene quotidiano per coloro che ne beneficiano.”

Parliamo chiaramente del risvolto sociale che le iniziative e tecnologie di Liter Of Light portano nei contesti di povertà energetica e ruralità.

Lorenzo Enrico Nicola Giorgi (Executive Director Liter Of Light Italia) e Simone Gori (Designer)

Queste caratteristiche, unite alla natura open-source, alla riparabilità ed efficienza delle lampade sono risultate determinanti per accedere al Premio “Compasso D’Oro”, arrivando a ricevere nel 2018 il privilegio della “Menzione d’Onore” da parte del Comitato permanente di Osservazione e l’ingresso nella “Collezione Storica del Premio Compasso d’Oro ADI”.

“Il risultato ottenuto, a dispetto del bassissimo apporto tecnologico richiesto dalle lampade Liter Of Light, sottolinea come le invenzioni semplici possano generare un impatto su vasta scala”

Le difficoltà rendono creativi, e suggeriscono soluzioni talvolta geniali; dalle favelas di Rio De Janeiro a più di 20 Paesi, la soluzione di Liter Of Light passa per il Design italiano per tornare, arricchita, al sud del mondo ed alla ruralità, per portare la luce negli angoli più bui. Passo dopo passo.