ELETTRIFICAZIONE DEI POSTE DE SANTÉ, LA PAROLA AL PERSONALE SANITARIO

Qualche giorno fa abbiamo interpellato il nostro partner locale in Senegal, l’organizzazione Energia per i Diritti Umani Onlus, con la quale stiamo portando avanti la campagna di elettrificazione dei presidi sanitari nel paese, con l’obiettivo di raccogliere alcune informazioni sulle cliniche rurali nelle quali interverremo prossimamente.

In principio queste informazioni dovevano rimanere funzionali all’analisi dei bisogni che abitualmente conduciamo per impostare le nostre valutazioni sulla capacità di generare reale impatto da parte delle nostre progettazioni,

 

ma poi leggendo il contenuto dell’intervista al Direttore del Poste de Santé di Ngueme, centro di controllo dei poste de santè dell’area del Comune di Sessene, ci siamo accorti di quanto fosse importante veicolarne il contenuto ad un pubblico il più ampio possibile, perché crediamo che una parte del nostro lavoro sia anche quella di sensibilizzare attraverso i dati e le informazioni in nostro possesso tutte le persone che vengono in contatto con noi.

 

Quindi, ecco di seguito l’intervista integrale a Fodé Sylla, Direttore del Poste de Santè di Ngueme, presidio medico che si trova nel Dipartimento di Mbour e nella Regione di Thies, in Senegal.

(Nota per la lettura: con la lettera “D” ci si riferisce alla domanda, mentre con la “R” si indica la risposta)

D: Quante persone accoglie, in media, il presidio medico ogni giorno?
R: In media, al giorno, accogliamo 50 persone con patologie di diverso tipo e visitiamo una trentina di donne in maternità. Ogni mese poi, vacciniamo all’incirca un centinaio di bambini entro il loro primo anno di vita, per via orale o iniezione, principalmente per la prevenzione di tubercolosi, epatite B, difterite, tetano, febbre gialla.


D:
Quante persone lavorano nel Poste de Santè? Quanti medici? Quanti infermieri?
R: Nel Poste de Santè lavorano una decina di persone: abbiamo 6 persone nello staff tecnico e 3 persone in quello operativo, di sostegno al primo.


D:
Quali sono gli interventi più frequenti che vi trovate a fare?
R: Essendo noi un Poste de Santè maggiormente specializzato sulle maternità, effettuiamo visite prenatali, parti, assistenza post-natale o post-aborto, screening per l’HIV e screening del cancro uterino.


D:
Quali strumentazioni avete a disposizione? Come sono alimentate?
R: Un dispositivo per monitorare il livello di emoglobina, un nebulizzatore per asmatici, un aspiratore elettrico e una lampada portatile. Tutte queste sono alimentate tramite un gruppo elettrogeno difettoso, che frequentemente si blocca o va in panne.


D:
Soffrite quindi di sbalzi o cali di corrente durante il giorno o la notte?
R: Sì, succede molto frequentemente.


D:
Di cosa avreste bisogno per migliorare il vostro lavoro e la vostra risposta ai bisogni?
R: Avremmo bisogno di un sistema di illuminazione stabile per l’interno della struttura, che non ci costringesse ad operare con luce precaria o portatile, e che permettesse al frigorifero nel quale conserviamo i vaccini un funzionamento adeguato. Ci servirebbe poi anche un ecografo per le donne incinta della zona, che camminano kilometri per farsi un’ecografia, e un’ambulanza per l’evacuazione d’urgenza dalla maternità.

 

Interverremo nella struttura di Ngueme con l’installazione di un sistema di elettrificazione solare dotato di pannelli solari e batterie di accumulo, che possa fornire energia pulita, stabile,  indipendente e gratuita a tutto il presidio medico per la sua illuminazione interna, che alimenti un sistema di ventilazione nella sala d’attesa (in Senegal la temperatura media supera i 30°!) e che ricarichi i telefoni cellulari del personale e degli utenti.

Tale sistema metterà a disposizione del presidio anche un frigorifero per la conservazione dei vaccini e uno sterilizzatore per gli strumenti medicali, che saranno allacciati all’energia solare e funzioneranno stabilmente ed efficacemente.

ENERGIA PER LE EMERGENZE: NDIAO BAMBALI – SENEGAL

A un’ora abbondante da Kaffrine, raggiungibile attraverso l’assolata pista di strada battuta che congiunge gli agglomerati di capanne delle province rurali senegalesi, c’è l’ospedale di Ndiao Bambaly, presidio medico (Poste de santé) situato a 5 ore da Dakar, che serve 19 villaggi senegalesi ed è punto di riferimento per molte persone dal Gambia e dalla Casamance.

“Un percorso di co-progettazione lungo un anno”

 

 

Siamo stati all’ospedale di Ndiao Bambaly la prima volta a febbraio 2019, con la prima edizione senegalese del progetto Lightforce, programma di Corporate Social Volunteering supportato dalla sede parigina dell’azienda Salesforce e dai suoi partner europei.

Accompagnati dal nostro partner locale COMI – Cooperazione per il Mondo in via di Sviluppo e dallo staff medico del presidio, con il team di volontari aziendali di Lightforce, abbiamo avuto modo di comprendere come gli ospedali delle province rurali senegalesi siano in realtà piccole strutture prevalentemente off-grid o allacciate parzialmente alla fornitura di energia elettrica nazionale che, oltre ad esporli a frequenti cali di corrente, non consente di svolgere anche le più semplici azioni in sicurezza.

“I bambini nascono molto spesso alla luce dei telefoni cellulari, i cali di corrente sono dannosi per la conservazione dei vaccini e dei medicinali in frigorifero e la sterilizzazione degli strumenti di lavoro non sempre è possibile.”

 

 

A febbraio 2020, dopo numerose e-mail e telefonate con il team parigino della seconda edizione del Lightforce project, COMI e lo staff medico locale, siamo tornati a Ndiao Bambaly e abbiamo ottimizzato l’ospedale installando tre home light solution per illuminare tutti gli ambienti dell’ospedale anche nelle ore serali e alcuni pannelli solari sul tetto, fondamentali per il funzionamento continuato e indipendente del frigorifero per i vaccini e della sterilizzatrice.