LE NOSTRE TECNOLOGIE: STREETLIGHT

Nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo, e non solo, l’illuminazione delle strade e degli spazi di comunità viene scandita dalle fasi lunari.

Ne abbiamo parlato con Moustapha Diagne, Presidente del’Associazione Senegalesi di Prato, con cui abbiamo collaborato nel progetto “Sinou Mbarick” nel 2015 e che tutt’ora collabora con Liter Of Light Italia.

“Noi viviamo le strade, noi la strada non solo la attraversiamo per
tornare a casa, la viviamo”

 

L’importanza delle strade in Senegal è lampante, non sono solo un crocevia di mezzi e persone che si spostano da un posto all’altro, ma sono un vero e proprio luogo di aggregazione.
Questo ruolo sociale è limitato nelle comunità rurali dall’assenza, nella maggior parte dei casi, dell’illuminazione pubblica; per questo motivo Liter Of Light Italia ha posto fin da subito un particolare focus sull’illuminazione di comunità con uno strumento semplice e totalmente costruito con materiali locali, lo StreetLight.

Lo StreetLight è un lampione solare costruito con materiale reperito nel mercato locale e con un design concepito con i partner di progetto locale.
Il sistema accumula energia fotovoltaica durante il giorno, con il suo pannello solare da 10W12V, all’interno della batteria da 12V7ah; viene controllato da un circuito elettronico costruito meccanicamente (senza utilizzo di saldatore e stagno) e grazie al suo funzionamento “crepuscolare” aziona il LED da 12V3W solo una volta che il sole è tramontato.

Il funzionamento “crepuscolare” spenge in automatico lo StreetLight all’alba, questo meccanismo permette di non avere sprechi di energia e poter dimensionare al meglio lo StreetLight in base alle ore di luce disponibili.

Sinou Mbarick – Senegal 2015

Lo StreetLight non è solo un prodotto, ma è un metodo di approccio alla tecnologia; in base al contesto e alle disponibilità di mercato la soluzione si modifica e si adatta nei componenti e nel design, il tutto per permettere il massimo della sostenibilità tecnica dei progetti e allo stesso tempo a massima accettazione da parte delle comunità beneficiarie.

E’ uno strumento di illuminazione pubblica che permette di aumentare notevolmente la sicurezza delle comunità e di implementare la vita sociale dopo il calare del sole, a Sinou Mbarick la vita non finisce più con l’avvicinarsi della notte.

“Delle volte si da delle cose per scontate, tipo la luce, ma per gli abitanti di
Sinou Mbarick non è scontata, è una cosa straordinaria”

 

Sossop – Senegal 2016

La tecnologia si componeva anche di una bottiglia di plastica di recupero che veniva apposta a protezione del LED, lo sviluppo e l’aggiornamento dei materiali disponibili nei mercati locali senegalesi ha permesso di aumentare le performance del sistema richiedendo però l’eliminazione della bottiglia.

La condivisione delle scelte circa i materiali e il design utilizzato per le installazioni ci permette di rimanere costantemente aggiornati in collaborazione con i nostri partner locali, la costruzione di sistemi di illuminazione 100% locali ci permette altresì di effettuare interventi a distanza in totale autonomia.

Durante la pandemia i progetti hanno rallentato ma non si sono fermati, vedendo nel 2020 l’installazione di n.100 lampioni solari.

Ndiandiane – Senegal 2020

ELETTRIFICAZIONE DEI POSTE DE SANTÉ, LA PAROLA AL PERSONALE SANITARIO

Qualche giorno fa abbiamo interpellato il nostro partner locale in Senegal, l’organizzazione Energia per i Diritti Umani Onlus, con la quale stiamo portando avanti la campagna di elettrificazione dei presidi sanitari nel paese, con l’obiettivo di raccogliere alcune informazioni sulle cliniche rurali nelle quali interverremo prossimamente.

In principio queste informazioni dovevano rimanere funzionali all’analisi dei bisogni che abitualmente conduciamo per impostare le nostre valutazioni sulla capacità di generare reale impatto da parte delle nostre progettazioni,

 

ma poi leggendo il contenuto dell’intervista al Direttore del Poste de Santé di Ngueme, centro di controllo dei poste de santè dell’area del Comune di Sessene, ci siamo accorti di quanto fosse importante veicolarne il contenuto ad un pubblico il più ampio possibile, perché crediamo che una parte del nostro lavoro sia anche quella di sensibilizzare attraverso i dati e le informazioni in nostro possesso tutte le persone che vengono in contatto con noi.

 

Quindi, ecco di seguito l’intervista integrale a Fodé Sylla, Direttore del Poste de Santè di Ngueme, presidio medico che si trova nel Dipartimento di Mbour e nella Regione di Thies, in Senegal.

(Nota per la lettura: con la lettera “D” ci si riferisce alla domanda, mentre con la “R” si indica la risposta)

D: Quante persone accoglie, in media, il presidio medico ogni giorno?
R: In media, al giorno, accogliamo 50 persone con patologie di diverso tipo e visitiamo una trentina di donne in maternità. Ogni mese poi, vacciniamo all’incirca un centinaio di bambini entro il loro primo anno di vita, per via orale o iniezione, principalmente per la prevenzione di tubercolosi, epatite B, difterite, tetano, febbre gialla.


D:
Quante persone lavorano nel Poste de Santè? Quanti medici? Quanti infermieri?
R: Nel Poste de Santè lavorano una decina di persone: abbiamo 6 persone nello staff tecnico e 3 persone in quello operativo, di sostegno al primo.


D:
Quali sono gli interventi più frequenti che vi trovate a fare?
R: Essendo noi un Poste de Santè maggiormente specializzato sulle maternità, effettuiamo visite prenatali, parti, assistenza post-natale o post-aborto, screening per l’HIV e screening del cancro uterino.


D:
Quali strumentazioni avete a disposizione? Come sono alimentate?
R: Un dispositivo per monitorare il livello di emoglobina, un nebulizzatore per asmatici, un aspiratore elettrico e una lampada portatile. Tutte queste sono alimentate tramite un gruppo elettrogeno difettoso, che frequentemente si blocca o va in panne.


D:
Soffrite quindi di sbalzi o cali di corrente durante il giorno o la notte?
R: Sì, succede molto frequentemente.


D:
Di cosa avreste bisogno per migliorare il vostro lavoro e la vostra risposta ai bisogni?
R: Avremmo bisogno di un sistema di illuminazione stabile per l’interno della struttura, che non ci costringesse ad operare con luce precaria o portatile, e che permettesse al frigorifero nel quale conserviamo i vaccini un funzionamento adeguato. Ci servirebbe poi anche un ecografo per le donne incinta della zona, che camminano kilometri per farsi un’ecografia, e un’ambulanza per l’evacuazione d’urgenza dalla maternità.

 

Interverremo nella struttura di Ngueme con l’installazione di un sistema di elettrificazione solare dotato di pannelli solari e batterie di accumulo, che possa fornire energia pulita, stabile,  indipendente e gratuita a tutto il presidio medico per la sua illuminazione interna, che alimenti un sistema di ventilazione nella sala d’attesa (in Senegal la temperatura media supera i 30°!) e che ricarichi i telefoni cellulari del personale e degli utenti.

Tale sistema metterà a disposizione del presidio anche un frigorifero per la conservazione dei vaccini e uno sterilizzatore per gli strumenti medicali, che saranno allacciati all’energia solare e funzioneranno stabilmente ed efficacemente.

LE NOSTRE TECNOLOGIE: MOBILE CHARGER

Un’ora di cammino all’andata, da ripetere al ritorno se non si è fortunati nel trovare un passaggio su ruota, motrice o trainata dalla forza animale.

Questo è il tempo normalmente utilizzato dagli abitanti di Sikilo, comunità della regione di Kaffrine, per raggiungere l’omonimo capoluogo e poter ricaricare i propri telefoni cellulari.

Sikilo si trova a 6km da Kaffrine, da questa distanza deriva il nome della comunità letteralmente “Six kilomètres”, la maggior parte della popolazione lavoratrice (?) della comunità passa la maggior parte della giornata nelle città per motivi lavorativi; i più fortunati nella vicina Kaffrine, altrimenti: Kaolack, Mbour o Dakar.

“Abbiamo accettato la sfida, l’obiettivo era di permettere un accesso green e gratuito alla ricarica di apparecchi mobili per le telecomunicazioni”

Una tale distanza tra le persone e gli affetti più cari richiede l’utilizzo delle telecomunicazioni e può trovare sulla sua strada alcuni ostacoli, uno su tutti: l’accesso all’energia elettrica.
La ricarica dei sistemi mobili è un problema molto sentito nelle comunità rurali, tanto da spingerle a richiederci a più riprese di intervenire in questo campo.

Abbiamo accettato la sfida, con l’obiettivo di permettere un accesso green e gratuito alla ricarica di apparecchi mobili per le telecomunicazioni

Da questa esperienza è nato il “Mobile Charger”, postazione solare di ricarica multipla per telefoni cellulari. Tale postazione permette la ricarica di due dispositivi in parallelo, per un totale di otto ricariche totali al giorno*, in maniera completamente autonoma e green.

“Un piccolo gesto per noi, due ore di vita quotidiana per Sikilo”

Le postazioni vengono installate in luoghi pubblici e accessibili delle comunità, così che possano essere liberamente fruibili e controllate.

Grazie a sistemi come il Mobile Charger abbiamo reso possibile l’accesso energetico al servizio delle telecomunicazioni, un piccolo gesto per noi, due ore di vita quotidiana per Sikilo.

 

*numero di ricariche riferito a smartphone di ultima generazione, telefoni meno “energivori” permettono un numero di ricariche maggiore nell’arco della giornata.

LE NOSTRE TECNOLOGIE: LIGHTBOX

Quando si parla di comunità rurale, immediatamente si formano nella nostra mente immagini di piccole case semplici, isolate, circondate dalla natura, dove pochi esseri umani vivono dei prodotti della terra. Un’immagine quasi idilliaca, romantica, dove la pace e la tranquillità vengono scandite dai ritmi della natura. Ebbene, la ruralità è sicuramente questo. Ma la ruralità è anche freddo, caldo, vento, pioggia, animali selvatici, carestie, calamità che vanno fronteggiate quotidianamente.

Facciamo un esempio. Immaginiamo di essere in un deserto di sabbia e di dover affrontare 45 gradi all’ombra per nove mesi consecutivi fino all’arrivo delle piogge. Dopodichè, immaginiamoci tre mesi di pioggia incessante, che trasforma le strade di sabbia in fiumi marroni, i pavimenti delle case in terra battuta completamente fradici. Il tutto senza poter accedere ad alcuna forma di energia elettrica, quindi niente luce se non dalle lampade a kerosene, niente condizionatori o riscaldamento. Niente frigorifero o telefono.

Questa è la realtà di Sikilo, In Senegal, ed è solo uno dei tanti villaggi rurali completamente off-grid con i quali dal 2015 opera Liter Of Light Italia.

 

Proprio questi interventi hanno portato i nostri tecnici ad interrogarsi su un sistema di illuminazione in grado di resistere a tali estreme condizioni. Dopo diversi anni di attività sul campo, test e confronti con la popolazione locale, Liter Of Light Italia ha sviluppato una tecnologia all’altezza: la lampada portatile “LIGHTBOX”.

Costituita da una scatola in plastica ABS chiusa ermeticamente, la lampada permette di essere ricaricata ad energia solare tramite un’entrata USB anch’essa a tenuta stagna. Una luce Led da 1,5 Watt sviluppa circa 60 Lumen di energia luminosa per 8 ore di utilizzo continuo. La LIGHTBOX è progettata per resistere agli urti ed impedire alla polvere di entrare e danneggiare il circuito, ma la carcassa della lampada rimane comunque ispezionabile e riparabile. La lampada presenta un’ottima resistenza all’acqua, rendendola performante anche durante le intemperie.

La LIGHTBOX è il più essenziale e resistenze
sistema di illuminazione Liter Of Light.

È possibile declinare la LIGHTBOX per diversi utilizzi: ad esempio, fissandola al tetto per avere illuminazione in un ambiente chiuso, oppure legata a sé o ad un mezzo di trasporto per illuminare una strada buia. Il sistema LIGHTBOX prevede una stazione di ricarica a cui possono essere collegate contemporaneamente fino a 5 Lampade grazie a un pannello solare da 10 Watt. Come la lampada, anche la stazione di ricarica è a prova di urti, polvere ed acqua, ed è al contempo ispezionabile e riparabile se necessario secondo l’approccio OPEN SOURCE di Liter Of Light.

Se da un lato gli aspetti tecnici ne mostrano le potenzialità, ciò che rende veramente la LIGHTBOX una soluzione innovativa, così come le altre soluzioni di Liter Of Light, non risiede tanto nella tecnologia e nel design, bensì nel processo grazie al quale si è pervenuti ad essi. Un processo che vede nord e sud del mondo uniti, che collaborano per ottenere un risultato comune. Una soluzione incentrata sull’essere umano e sulla sua resilienza, sostenibile nel lungo periodo, che risponda alle esigenze del contesto ma che al contempo venga compresa e impiegata dalla comunità rurale, seguendo gli ideali della sostenibilità e della dignità della vita.

Una soluzione pensata da e con la popolazione locale, per creare impatto reale e miglioramento della qualità della vita.